Tonno, 12 settembre 2011 Vi faranno ragionare con la pancia, rendendo l'equilibrio impossibile! Questo è un mondo che, dopo quell’undici settembre, vive in un perenne “day after“: i politicanti, i media e pure gli amici ti risuonano continuamente che “nulla è più uguale da allora“, che “le cose sono cambiate per sempre“. Questo quindi “il” messaggio che dovremmo recepire, che ci viene spinto nel gozzo con l’intento che ci rimanga poi sullo stomaco il più possibile, affinché il fuoco della ragione arda in noi e ci renda liberi dal peso delle atrocità che sono state o verranno commesse in nome di quel giorno. Il tutto perché in tasca abbiamo la liberatoria, la giustificazione firmata dal Padre o, più che altro,di chi crede di farne le veci. Come Storia insegna, si muore eroicamente per combattere il Male,si uccide per difendersi dal Male: una riflessione profonda dovrebbe nascere nel momento in cui siviene a conoscenza che anche l’avversario la pensa allo stesso modo di noi. Chi è quindi, il Male? Il Male è, alla fine, colui che rimane con il cerino in manoperché saranno i vincitori a certificarlo.
Sia chiaro:
il mio rispetto per tutti coloro che hanno perso la vita quel giorno è pari a quello di ogni vittima dell’umana follia, l’unico genere animale che distrugge da sempre sé stesso e la propria casa, spesso con la presunzione che glielo abbia ordinato Dio.
Oggi è poco importante che prevalga la versione ufficiale, quelle più o meno “ricostruite” o fantasticate: non è questo il punto anche se “il sistema” e la “Storia“, in alternativa alle cerimonie ufficiali, non hanno altro da proporci.
Vorrei riflettere senza perdermi in conferme o smentite di teorie più o meno complottistiche: non cerco ragioni per schierarmi orgogliosamente nella curva dove ci si veste a stelle e strisce o nell’altra dove il vessillo americano viene bruciato; credo semplicemente che gli USA abbiano l’inconfessabile necessità di tenere “viva” l’economia con le armi. Questo non tanto per una innata voglia di fare a cazzotti, ma perché incastrati in un perverso meccanismo che rende inevitabile il ricorso alla forza. Non credo agli USA “mandanti” dell’11 settembre, ma piuttosto credo all’indifferenza ai segnali che pur erano forti ed evidenti, questi sì colpevolmente ignorati. Un po’ come Pearl Arbour: “Eravamo buoni buoni e siamo stati colpiti: adesso abbiamo il diritto di farvi un c… così”. Forse i servizi d’intelligence non s’aspettavano un casino del genere e probabilmente sarebbe bastato molto meno (non sono più “effetti collaterali“?) per trovarsi nello stesso scenario di oggi. Forse gli è sfuggita un po’ di mano la situazione. Ricordo che la miccia della guerra in Corea fu un incidente mai successo, mentre la storia delle “armi di distruzione di massa” di cui si rese ridicolmente protagonista Bush jr, è passata per anni come tormentone di Zelig.
Anche riuscendo a stabilire quanto più o meno sia complottistico l’11 settembre, non cambierebbe di una virgola l’essenza del comportamento USA: un enorme potere economico che si cementa fra gli americani attraverso principi politici, patriottici e religiosi, mentre viene imposto al mondo con “le ragioni“.
E dove non penetrassero con le ragioni, lo si fa con la forza delle armi: gli antichi romani hanno fatto scuola e di emulazioni ne è piena la Storia.
Sì, la Storia. Una tragicommedia il cui flusso è in mano ai coglioni, la Storia.Talmente piena di coglioni che uno scroto ne viene irriso. Penso ai coglioni del papà di Adolf Hitler, che hanno generato proprio quello spermatozoo con i baffetti che, con il piglio che l’avrebbe contraddistinto anche da uomo, è riuscito a vincere la sua prima battaglia entrando trionfale nell’ovulo della madre: fu così terminato il primo atto dell’ Anschluss. Di lì a pochi anni avrebbe poi tracciato la sua idea di “Male“, riuscendo a conferirgli anche un valore diverso a seconda del coglione di chi l’aveva prodotto, l’origine geografica o la “casata” della vagina da cui era uscito una volta maturato.
Ma non è mai un coglione a fare la Storia: sono le orde di coglioni che lo sostengono, che ne acquisiscono gli insegnamenti facendone una ragion di vita.
E persino di morte: la differenza fra eroe e coglione è effimera, in bilico fra sostenitori e detrattori.
Pensiamo ai coglioni che per agire contro il Male fanno del Male e ai coglioni che ne hanno approfittato per riconoscere nei primi il Male, giustificando così altro Male. Fate il tifo per qualcuno? Si? Fate Male, coglioni!
Nessun commento:
Posta un commento